venerdì 11 maggio 2018

God save Sly

Oggi mi sento di dedicare un post a un personaggio che in un certo senso ritengo molto importante: a distanza, nella finzione, mi ha accompagnato fino ad oggi fin dall'infanzia. Forse non è un grande attore, uno di quei mostri della recitazione per cui i critici si spellano le mani. Forse non ha girato film memorabili, di quelli che ti arricchiscono nel senso più artistico e culturale del termine. Però chi è un grande attore? Chi può dirlo con cognizione di causa? E qual è un grande film? Lui è riuscito ad emozionarmi, divertirmi, esaltarmi, spesso anche commuovermi, nel modo più vero e sincero. Mi ha fatto passare ore di svago straordinarie, e in tanti suoi ruoli avrei voluto immedesimarmi. Quindi per me, per il mio percorso, per il modo in cui mi ha accompagnato con le sue smorfie per tutta la vita, Sylvester Stallone è un grandissimo attore. E quando lo vedo sullo schermo lo riconosco come un personaggio familiare. E' come se il mio corpo rilasciasse le stesse endorfine di quando vede una persona cara. Sì, è sempre stato al di là dello schermo, ma probabilmente in 40 anni ho visto per più tempo lui di tanti parenti. E la mia anima lo riconosce come uno di famiglia, un po' come quando sento cantare Enrico Ruggeri o Jon Bon Jovi. E' rimasto per troppo tempo con me, è parte di me. E poi, e questo è oggettivo, ha creato il più grande personaggio della storia del cinema. Per questo lo ringrazierò sempre, e sarà sempre uno dei miei idoli.