martedì 31 luglio 2007

La terra trema!


In questa vita piatta e insulsa, cosa c'è di più emozionante di una bella scossettina di terremoto mentre te ne stai tranquillo sul divano?
Ieri sera è capitato anche questo: niente di preoccupante, e tutto talmente breve da non avere nemmeno il tempo di spaventarti. Però è stato un bello scossone...diciamo che mentre solitamente dal divano, guardando fuori dalla finestra, vedo due finestre del palazzo di fronte, ieri sera ne ho viste tre, oscillando.
Primo pensiero: ho scoreggiato così forte?
Secondo pensiero: (c'era molto vento) minchia, vuoi che il vento faccia addirittura tremare la casa?
Terzo pensiero: il terremotooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Me lo sono goduto confuso e stupito sul divano, poi ho timidamente messo piede sul balcone, sperando che non crollasse, e osservando i miei vicini che scendevano in strada. Dalle nostri parti, a memoria storica e secolare, nessun terremoto ha mai fatto danni...per cui non mi sono preoccupato.
Però è stato un diversivo inatteso, che a ripensarci non si vive bene. Ti fa pensare alla piccola cacchetta che è l'uomo nell'universo. Quando la natura fa a modo suo, siamo inermi, impotenti, siamo passeggeri di un pianeta che si muove e non sappiamo che farà. Siamo meno di formiche.

giovedì 26 luglio 2007

I geni dell'organizzazione



Io vorrei conoscere quelli che programmano e organizzano i lavori in corso.

Oggi il casello autostradale di Piacenza Sud era chiuso, in contemporanea con una strada provinciale di accesso a Piacenza su cui confluisce anche chi arriva dall'autostrada. Questo naturalmente ha comportato un disagio di traffco, perchè molte autovetture uscivano a Piacenza Nord per entrare in Piacenza,mentre tutti gli autocarri uscivano a Fiorenzuola, a sud di Piacenza, perchè il ponte sul Po che permette l'accesso in città per chi arriva appunto da Piacenza nord è chiuso gli autocarri. Quindi la via Emilia da Fiorenzuola a Piacenza era un gran casino, grazie anche al fatto che c'erano tutti coloro che normalmente invece prendono la provinciale ora chiusa.

Ieri ho tentato comunque la sorte sulla via Emilia, ma è stata dura. Oggi era peggio, per cui ho optato per l'autostrada e l'uscita a Piacenza Nord: colonna ben primadel casello e poi un'unica fila di kilometri, quasi ferma, fino a Piacenza.

Ho pensato: certo, è normale che ci sia traffico, ma così tanto?

Poi ho capito: la statale tra Piacenza Nord e la città è in fase di asfaltatura, da ieri, e quindi si viaggia alternati in una sola corsia per un buon tratto.

Ma santa Cleopatra, proprio nei giorni in cui bisogna per forza tutti passare da qui per andare a Piacenza, devono asfaltare????

Ma chi è il genio della strategia che l'ha pensata?????

mercoledì 25 luglio 2007

Grido!



AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

venerdì 20 luglio 2007

Auto distruzione psichiatrica da vera rockstar


Avete mai la sensazione di sputare involontariamente nel piatto dove mangiate e di non riuscire a fare niente per evitarlo?

lunedì 16 luglio 2007

La rovina legalizzata dei paradisi




Tuerreda e Chia sono due delle spiagge più incantevoli della Sardegna, d'Europa, forse del mondo. Paradisi selvaggi con acque cristalline e spiagge bianche e morbide, circondati da una natura che si tuffa a picco sul mare e riparate da alte dune di sabbia che le fanno assomigliare ad esotici deserti che si affacciano sul mare. Sembrano posti da Oceano Indiano, e invece sono qui, a due passi da noi. Così almeno si presentavano una decina di anni fa, a chi le scopriva. Oggi, di fronte al turismo crescente, di fronte a sempre più persone che decidono di rilassarsi godendo di questi paradisi, le amministrazioni comunali che hanno la fortuna di trovarsele sul territorio hanno pensato bene che la cosa migliore da fare, la priorità, era guadagnare il più possibile.


Una volta a Tuerredda (seconda foto) si parcheggiava lungo la strada, in alto, poi a piedi si scendeva fino al mare e si stava in spiaggia circondati solo dalla natura e da altre persone. C'era giusto un chioschetto sulla spiaggia che vendeva le bibite e qualche panino, e detro la spiaggia una bella radura tra le piante dove le famiglie si rilassavano con in bambini nelle ore più calde della giornata, all'ombra. Oggi lungo la strada non si può più parcheggiare: il sentiero da cui si scendeva a piedi è diventato una piccola mulattiera da discendere in auto (e non si può fare diversamente, visto che lungo la strada le multe fioccano) e la radura-relax è diventata un bel parcheggio a pagamento (10 euro al giorno!!!) dove si è obbligati a mettere le macchine. Al posto del chioschetto sulla spiaggia c'è una costruzione con ristorante self-service, e sul litorale spuntano le prime strutture attrezzate, con sdrai, ombrelloni, lettini, bar, come una spiaggia della versilia. Una tristezza infinita è l'unico sentimento che ti sale quando vedi come si sta riducendo questo paradiso.


A Chia (prima foto)è la stessa cosa: vietato parcheggiare nelle mulattiere prima della spiaggia. Bene, benissimo, è giusto regolamentare per evitare la sosta selvaggia. Però l'unco parcheggio consentito è, guarda un po', a pagamento, benchè esista una legge precisa che prevede che per ogni tot posti a pagamento ne deve esistere una quantità predefinita gratuita in un raggio contenuto. Arrivando alla spiaggia, anche qui si vedono le passerelle di plastica, le strutture attrezzate, e il rumore dei generatori di corrente che servono per i frigoriferi dei bar e cose simili.


Del paradiso che era Chia, resta il ricordo, e solo quello.


Io credo che non sempre si possa avere tutto: la Romagna e la Toscana, a fronte di un paesaggio molto più standard, offrono il massimo del servizio e della comodità, con alberghi sul lungomare e stabilimenti balneari. Chi sceglie la Sardegna, e specialmente il sud della Sardegna, non la sceglie per questo, ma per l'incanto di una natura così varia e incontaminata. Chi vuole certi servizi non è obbligato a venire in Sardegna. Io non vado a Rimini chiedendo che mi sparino la neve sul lungomare perchè mi piace sciare: scelgo. Scelgo tra le opzioni disponibili: adoro la Toscana e la comodità di quel tipo di vacanza, e l'ho scelta spesso. Così come adoro camminare sui sentieri della Sardegna con asciugamani e ombrelloncino sotto il sole per starmene in quei posti da mattina a sera senza un filo d'ombra, e quello che mi manca è compensato dalle sensazioni che il posto mi regala. Non pretendo di trovare la Sardegna a Marina di Carrara. E non pretendo di trovare il Bagno Sandro e l'Hotel Margherita sul lungomare a Cala cipolla.


Invece purtroppo c'è chi vuole vedere la meraviglia della Sardegna e pretende di essere nel salotto di casa, e per soldi il Comune acconsente e intasca. E così la meraviglia della Sardegna è sempre meno meravigliosa.

venerdì 6 luglio 2007

Da un pezzo non stavo così


Oggi sono sconclusionato e inconcludente. E inizio a scrivere con lo stupore di scoprirmi stranamente laconico e il timore di essere eccessivamente prolisso. Chi lo sa. Tra un po' lo scoprirete. Resta che purtroppo ci sono decisioni che non sempre si ha voglia di prendere, che quasi viene da pensare che a volte le opportunità portano più problemi che occasioni, specialmente se sei un sentimentalone come sono io. E poi la giornata è storta, ci sono un po' di sentimenti in mezzo che non dovrebbero esserci, qualche problemino, sentimenti sbagliati, che non dovrebbero esserci, altri piacevoli, confusione e agitazione e timore e dubbi.
Spiegarsi meglio è impossibile, o meglio è impossibile in un solo post di dimensioni normali. Pensate che forza se da qualche parte sul nostro corpo ci fosse il tasto "reset": uno lo pigia e puffff!!!! Zero problemi, zero casini, vai avanti come sempre, e cancelli quello che non hai voglia di avere dentro, bello o brutto che sia.
Voi quanto sareste disposti a mettere a repentaglio pur di dire la verità?
Mi ci vuole una vacanza, una settimana di vacanza.
Per fortuna, almeno questo, inizia domani.
E speriamo che al mio ritorno qualcosa si metta a posto da solo, senza fatica.
Sarebbe un miracolo eccessivo, eh?

martedì 3 luglio 2007

L'insoddisfazione parte dell'ego



Ci sono momenti in cui credo che essere pienamente, totalmente soddisfatto, sia davvero impossibile. Una specie di cronica agonia che ti porta ad alzare la testa congenitamente teso alla ricerca di qualcosa di più. Più di cosa non si sa, ma di più. Oppure inutile tentativo di appagare un ego inappagabile che ti anima nella ricerca.

Spesso la ricerca sembra quasi il fine, più che il mezzo, come se sedersi e fermarsi fosse impossibile, e sia necessario andare solo per il gusto di andare.

Credo davvero sia qualcosa di ineluttabile, parte di un destino già tracciato che non lascia scampo alla razionalità di comprendere che questo qualcosa può bastare, e se si vuole di più bisogna dare nome e cognome all'obiettivo.

Cosa che avviene raramente: spesso l'obiettivo è ignoto, e il percorso per raggiungerlo è una corsa verso un traguardo sconosciuto e di sicuro insoddisfacente perchè la soddisfazione non è di questo (mio) mondo.

Ho sempre banalizzato questo impeto, nascondendolo dietro a improbabili sindromi infantili di assoluta mancanza della volontà di maturare, ma più passa il tempo e più mi accorgo che cambia l'attitudine, ma non la propulsione di fondo. Cala l'entusiasmo della lotta, ma la guerra che è dentro di noi continua, alla ricerca della nostra Moby Dick. Non so se sia così per tutti, ma di certo conviverci non è facile ma necessario, spegnere la fiammella che l'ego alimenta è impossibile, e tante volte è dura anche impedirsi di far legna e riattizzare il fuoco.