Siccome era tifoso della Lazio, così almeno diceva lui, si è pensato di fermare il calcio.
E la foto che metto è quella dell'unica persona che stimo per il comportamento di ieri: l'unico calciatore di serie A che non si è piegato al solito ricatto degli ultras, una maniata di delinquenti che comandano il nostro calcio, minacciano e decidono come disporne, e ha RIFIUTATO di indossare il lutto al braccio per una persona che nemmeno aveva mai sentito nominare.
Ieri dalle curve e dai cortei si levavano parole come "onore", "rispetto". Ieri le uniche due persone degne di onore e rispetto erano Clarence Seedorf e il poliziotto a cui è partito il colpo, che ogni giorno combatte contro dei delinquenti, e che probabilmente è stufo di dover intervenire anche la domenica perchè una banda di ragazzotti decide di prendersi a sprangate in autogrill solo perchè i loro dirimpettai indossano una sciarpa di colore diverso.
Io sono schifato. Ma dai tifosi, e dai calciatori che subiscono. Ieri Doni ha provato a calmare i suoi tifosi a Bergamo (tifosi è una parola grossa...si sa da sempre che gli ultras atalantini sono da Bronx)e si è sentito rispondere: "se giocate succede qualcosa di brutto". Io mi vergognerei a indossare la maglia sostenuta da questi ultras, e mi rifiuterei di scendere in campo davanti a loro: o escono dallo stadio o non gioco.
Fermare il calcio non serve a nulla: è solo l'ennesima sconfitta. Soprattutto perchè quello che è successo ieri non c'entra nulla con il calcio.
Un gruppo di delinquenti ha scatenato una rissa contro dei propri simili. C'è scappato il morto. E allora? Sinceramente non me ne frega nulla, e se sono dispiaciuto lo sono per il poliziotto che andrà nei casini e per la famiglia del morto che ha perso il figlio, non certo per lui. Per quanto esagerata, la sua morte è solo la conseguenza delle sue azioni. Andava a vedere una partita. E allora? Per questo si deve fermare il calcio? Tanto più che forse della partita non avrebbe visto nulla, sarebbe rimasto sulla balaustra, spalle al campo a incitare i suoi compari alla lotta. Ogni giorno muoiono in modo molto più grave un sacco di persone, ma il mondo non si ferma.
E non doveva fermarsi ieri, soprattutto per la morte di uno che era tutto tranne che quello che dicono i suoi amici:"un bravo ragazzo."